Intervista alla Dott.ssa Laura Gamba

L'autrice de "Il suono oltre il silenzio" ci racconta della sua esperienza nell'ambito della Musicoterapia e del suo ultimo libro

Salve dott.ssa e grazie per aver accettato di rispondere ad alcune mie domande per Musica e mente.it

Da quanto tempo lei si occupa di musicoterapia e quali sono gli ambiti d’intervento in cui opera attualmente?

 

Ho iniziato a lavorare come musicoterapista all'inizio degli anni '90 collaborando con un'associazione di famiglie di bambini con disabilità. Da subito ho cercato di integrarmi con l'equipe che aveva in carico i bambini con cui lavoravo, ritenendo indispensabile mantenere un raccordo ed una condivisione di obiettivi con i colleghi attivi all'interno del Servizio Sanitario Nazionale.

 

Con costanza, pazienza e ostinazione, nel giro di alcuni anni sono riuscita a portare il laboratorio di musicoterapia gestito dall'associazione di famiglie all'interno dell'ospedale, coinvolgendo il Responsabile della Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e concretizzando una convenzione tra ospedale e associazione; la stanza di musicoterapia per l'età evolutiva è così entrata tra le mura dell'ospedale ed il raccordo con l'equipe multiprofessionale è diventato più stretto.

 

Nel  frattempo – era l'estate del 1999 - sono stata chiamata a collaborare con l'Unità Operativa di Psichiatria. In un contesto così difficile, in particolare per la cronicità delle strutture e degli operatori, ho cercato di integrare il più possibile la mia disciplina nel quadro delle attività riabilitative e risocializzanti,  ho portato avanti progetti con i quali ho voluto mettere in evidenza l'efficacia dei trattamenti che proponevo, ho promosso contatti e collaborazioni con altre strutture e colleghi, ho costruito eventi che hanno consentito ai pazienti di uscire dalla struttura e di portare sul territorio le proprie esperienze creative ed espressive, sentendosi cittadini ed artisti prima che pazienti.

 

Nel 2005 è iniziata anche la collaborazione con un'associazione che gestiva, insieme all'ospedale, l'Hospice. È iniziata così la mia esperienza con le cure palliative ed i malati terminali, allargatasi  per un periodo di alcuni anni anche ad altre strutture della provincia lombarda.

 

Tra il 2010 e il 2015 ho avuto inoltre l'opportunità di collaborare con un'associazione di persone con Malattia di Parkinson, sperimentando così anche nell'ambito di questa importante malattia neurologica l'efficacia della musicoterapia.

In tutti questi anni, continuando a lavorare cercando in ogni modo possibile l'integrazione con il servizio pubblico, anche attraverso la sinergia con associazioni, sono riuscita a consolidare la mia posizione e la mia attività professionale all'interno dell'istituzione, fino ad entrare a pieno titolo nell'equipe riabilitativa nell'area della salute mentale.

 

Si è trattato di un percorso in salita, affatto semplice e non ancora concluso; altri colleghi che come me si ostinano a lavorare all'interno dell'istituzione sanitaria, pubblica o privata convenzionata, sanno che la nostra posizione all'interno del SSN è atipica e non ancora strutturata. Il prossimo traguardo è quello del riconoscimento della figura del musicoterapista nel ruolo sociosanitario, a pieno titolo accanto ad altre figure della riabilitazione. 

La musicoterapia come aiuta concretamente i suoi pazienti? ovvero, giorno dopo giorno quali sono i vantaggi e i miglioramenti che riscontra nei suoi trattamenti? 

 

Come sappiamo il trattamento di musicoterapia è elettivamente molto efficace in quelle situazioni in cui ci sono difficoltà sul piano della relazione e della comunicazione, in ambiti diversi e con persone di diversa età. 

 

L'efficacia si può del resto riscontrare e, perché no, provare a quantificare, anche sul piano delle competenze motorie, cognitive, linguistiche ed espressive. Negli ultimi anni mi sono concentrata in particolare sulla questione della rilevazione dei risultati e sulla valutazione dell'efficacia del trattamento, oltre che della valutazione finalizzata alla definizione del progetto riabilitativo, in particolare nell'ambito dell'età evolutiva, oltre che della riabilitazione psichiatrica.

 

(Strumenti per la valutazione in Musicoterapia – Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza – Psichiatria Streetlib 2016)

 

Come vede lo scenario attuale della musicoterapia in Italia?

 

La Musicoterapia in Italia sta attraversando una fase cruciale. Gli sforzi e l'impegno di molti colleghi hanno portato questa disciplina all'interno di numerose strutture di cura, assistenza e riabilitazione; tra le maglie dell'istituzione sono stati faticosamente costruiti spazi per poter strutturare gli interventi di Musicoterapia garantendo professionalità e continuità all'utenza.

 

Se da un lato i Musicoterapisti hanno l'opportunità di acquisire un livello di preparazione molto alto grazie a numerosi corsi che si sono in vario modo sviluppati nel Paese, da un altro lato riscontrano una grande difficoltà nel collocarsi in modo adeguato all'interno delle strutture sanitarie.

 

La figura professionale del Musicoterapista non è codificata dallo Stato. Lo sanno bene i professionisti che, dopo percorsi di studio lunghi e impegnativi, si scontrano con la realtà delle Istituzioni e scoprono di non avere i requisiti per svolgere a pieno titolo attività di riabilitazione e terapia. È anche vero che la richiesta di interventi di Musicoterapia è in crescita, peccato che la possibilità di concretizzare gli interventi dipenda dalla disponibilità e lungimiranza di responsabili attenti e aperti, dalla intraprendenza di Cooperative di servizi e si risolva in progetti più o meno brevi e difficilmente regolari e continuativi.

 

Se la professione del Musicoterapista fosse riconosciuta al pari delle altre professioni della riabilitazione l’utenza potrebbe contare su un servizio erogato all’interno di strutture accreditate e garantito da professionisti riconosciuti come tali dallo Stato, i Musicoterapisti avrebbero la possibilità di svolgere a pieno titolo e con pieno riconoscimento una professione che di fatto, per come possono e per come riescono, svolgono all’interno, ai margini, all’esterno delle strutture.

 

La possibilità di regolarizzare una situazione di fatto esistente e di aprire opportunità occupazionali per molti professionisti, oltre che di garantire qualità e professionalità per l’utenza, si sta concretizzando proprio ora, con la conversione in Legge del Decreto Lorenzin che, all’articolo 5, attiva l’area sociosanitaria.

 

 

Perché  il decreto legge Lorenzin è così importante per la nostra professione?

 

Il Ddl Lorenzin, ormai Legge dello Stato, apre una strada che può essere percorsa dai Musicoterapisti, quella dell’area sociosanitaria. Il percorso – non semplice e immediato - deve essere costruito ma è percorribile. È ora che la categoria dei Musicoterapisti clinici trovi la sua unità e si proponga alle Istituzioni in modo maturo e consapevole, al di là delle divisioni e degli interessi particolari che in tutti questi anni hanno generato confusione e allontanato di fatto i professionisti della Musicoterapia da un vero riconoscimento  istituzionale.

 

Una volta riconosciuta come professione sociosanitaria la Musicoterapia potrebbe finalmente entrare a pieno titolo nelle strutture per la cura, l’assistenza e la riabilitazione. L’utenza potrebbe avvalersi con tutte le garanzie e a titolo gratuito di un trattamento del quale si è ormai scritto e detto molto e che, almeno sul piano scientifico, gode già di giuste attenzioni; i Musicoterapisti già attivi ed inseriti nelle strutture avrebbero un pieno riconoscimento di quanto già fanno e potrebbero consolidare e meglio configurare la propria attività; si aprirebbero inoltre opportunità occupazionali e si farebbe ordine nel campo della formazione.

 

Lei è anche una prolifica autrice di libri e saggi di settore, ci parli del suo ultimo libro

 

La scrittura è sempre stata parte importante della mia attività professionale  e il lavoro del musicoterapista offre molte occasioni per conservare nella pagina scritta speciali momenti di incontro.

Come ho accennato sopra nel 2005 ho iniziato a collaborare con un'associazione che gestiva, e gestisce tuttora, l'Hospice inserito all'interno dell'Ospedale. Il Direttore Sanitario di allora, prima ancora che iniziassi ad incontrare i pazienti, mi chiese di pensare ad una modalità per rendicontare l'efficacia o meno del trattamento che proponevo.

 

Nel libro racconto nel dettaglio questo inizio della mia attività e spiego in che modo sono arrivata ad utilizzare, per lasciare una traccia degli incontri con i pazienti ed i loro familiari, le mie annotazioni unitamente a scale che quantificano con indici numerici alcuni parametri della condizione di benessere / malessere del paziente terminale. 

L'idea di scrivere Il suono oltre il silenzio – Incontri con la musica nelle cure di fine vita Streetlib 2017 mi è stata indirettamente suggerita dal Primario e da una infermiera le quali in diverse occasioni mi hanno fatto notare che le mie annotazioni, sebbene scritte in modo veloce ed essenziale, destinate come erano ad essere collocate nella cartella clinica, riuscivano a tratteggiare ritratti e a trasmettere emozioni.  Ho così deciso di raccogliere e rielaborare i testi con cui  avrei provato a dare forma alla traccia emotiva che ognuna di quelle persone aveva lasciato in me.

 

Le pagine che raccontano l’incontro con i pazienti  sono il risultato di un lavoro lento e difficile, di una progressiva stratificazione di parole con le quali ho cercato di ricostruire un clima emotivo, una fotografia impressa nella mia mente, un breve – a volte brevissimo - percorso di incontro, scambio, conoscenza e separazione.

 

Così è nato il libro, che ha richiesto dodici anni di lavoro prima che lo considerassi pronto per essere pubblicato. Il caso – che non esiste – ha voluto che concludessi l'ultima delle molte revisioni e riscritture  proprio nel giorno in cui un caro collega, con cui ho condiviso buona parte delle esperienze raccontate nel libro, ci ha lasciati. Era il 28 febbraio 2017.

Il racconto degli incontri con i pazienti è il nucleo centrale del libro, c'è inoltre una Postfazione nella quale spiego come propongo l’esperienza della musicoterapia ai singoli pazienti e ai loro familiari, in stanza e nel gruppo di sostegno; non mancano riflessioni in merito al significato della musica e della musicoterapia in un contesto così speciale come quello dell’Hospice e alle problematiche specifiche inerenti le cure di fine vita.

 

Nell’Appendice, a partire da materiali ricavati da fonti ufficiali, entro nel merito di questioni quali le cure palliative e la sedazione terminale.

Come si può capire questo libro porta con sé dodici anni di vita professionale e non solo. La scrittura è sempre un lavoro impegnativo, per questo libro lo è stata molto di più rispetto gli altri che ho scritto.

 

È stato molto difficile trasmettere l'intensità dell'esperienza attraverso le parole; spero di esserci riuscita ed i riscontri che sto ricevendo dai lettori me lo confermano. Vorrei che questo libro - che si rivolge agli addetti ai lavori, ai pazienti e familiari e a tutte le persone a vario titolo interessate alle problematiche legate alle cure palliative e alla sedazione terminale, oltre che all’applicazione della musicoterapia in Hospice – riuscisse ad essere conosciuto e letto, malgrado le difficoltà ed i limiti che si presentano oggi nel mondo dell'editoria. I temi che attraversano le pagine di questo libro sono complessi e difficili da affrontare, a volte anche solo da pensare, ma fanno parte necessariamente dell'esperienza di tutti noi.

 

Insieme agli altri miei libri pubblicati con Streetlib Il suono oltre il silenzio – Incontri con la musica nelle cure di fine vita è disponibile in ebook ed in versione cartacea su

 

https://sell.streetlib.com/go/NyiT54eO-

 

https://stores.streetlib.com/it/laura-gamba/il-suono-oltre-il-silenzio/

 

e su tutti i principali store online

http://www.amazon.com/dp/B06XFK7H9Z

 

https://play.google.com/store/books/details?id=No5DDgAAQBAJ

 https://itunes.apple.com/it/book/il-suono-oltre-il-silenzio/id1212194616?mt=11&uo=4

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