La Musicoterapia recettiva: come l’ascolto induce al cambiamento interiore

La musicoterapia recettiva si basa su di un processo complesso, tutt’altro che passivo, capace di attivare profondi cambiamenti interiori

La musicoterapia recettiva, a differenza di quella in cui si chiede al paziente di partecipare attivamente, consiste nell’ascoltare specifici brani e quindi lavorare sui propri vissuti.

 

Questa, considerata per molto tempo una modalità d’approccio passiva, in realtà induce nell'ascoltatore che segue un percorso ben strutturato, profondi cambiamenti.

Un brano che tocca il cuore di una persona porta con sé un ventaglio di emozioni, immagini, ricordi e significati importanti per chi ascolta.

 

Ciò rende vano il tentativo di creare “brani-medicinali”, ovvero musiche che possano statisticamente far star bene chiunque l’ascolti, poiché una musica può essere emozionante e significativa per una persona e completamente neutra se non fastidiosa per un’altra.

 

La Musicoterapia recettiva lavora quindi sulle problematiche individuali e porta ad un profondo stato d’ascolto, sia in senso musicale che metaforico.

La sequenza sonora, ovvero la serie di brani selezionati per la seduta, è composta da un set di 6 brani circa e da alcuni suoni, il tutto inframmezzato da delle pause, così da permettere all’ascoltatore di poter annotare i propri vissuti.

 

Di solito si cerca di dare una struttura circolare alla sequenza in modo tale da avere un inizio “soft” che in parte coincida con la fine, e una sezione centrale diversificata che porti all’esplorazione e ad una maggiore elaborazione.

 

Le musiche che compongono la sequenza sono selezionate dal musicoterapista in base alla tipologia d’intervento che intende mettere in atto, e quindi in base all’ascoltatore, ma per forza di cose questa non potrà mai essere del tutto neutra poiché nella scelta il musicoterapista porterà i suoi gusti musicali e quindi parti di sé.

 

Allora come in ogni relazione terapeutica ci sarà un continuo interagire da entrambe le parti: due persone che si conosceranno e confronteranno.

 

Anche in vista di ciò nelle sedute di musicoterapia recettiva vengono presi in considerazione e analizzati i brani che il paziente vorrà portare.

 

Alla fine del percorso d’ascolto si darà vita a una discussione su ciò che si è provato.

 

L’elemento che interessa maggiormente è il rapporto instaurato col materiale sonoro da parte di chi ha intrapreso il percorso, perché è indicatore dei suoi aspetti autobiografici, della sua identità sonora e del suo modo di analizzare e interpretare la realtà.

 

La seduta successiva vedrà una sequenza sonora contenente brani che saranno frutto del dialogo e dell’elaborazione della seduta precedente, nell’ottica appunto di un percorso di conoscenza di sé e cambiamento o semplicemente di benessere.

 

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