Un modello d’improvvisazione: il Nordoff-Robbins

modello Nordoff Robbins music transforming lives
modello Nordoff Robbins music transforming lives

È uno dei modelli più autorevoli al mondo, si basa sull’improvvisazione clinica e ad oggi annovera migliaia di terapisti che lo adottano come metodo.

Il Nordoff-Robbins rientra nei modelli d’improvvisazione, più specificamente viene definito “Musicoterapia Creativa”.

 

Ideato da Paul Nordoff un compositore e pianista americano, e Clive Robbins un insegnante di sostegno formatosi in Inghilterra, questo approccio ha riscosso notevole successo in tutto il mondo.

 

In quasi un ventennio di lavoro pionieristico svolto insieme, i due hanno raccolto una grandissima quantità di materiale costituito da: appunti clinici; registrazioni audio di tutte le sedute individuali; materiale musicale con finalità clinica; svariati documenti riguardanti il loro lavoro di ricerca.

 

Ad oggi le principali associazioni ed enti di formazione che promuovono il loro metodo si trovano in Inghilterra, Scozia, Danimarca, Germania e Australia, ma ci sono corsi che si rifanno o utilizzano questo modello in tutto il mondo.

                                                Approccio creativo ed empirico

 

Il modello N&R è stato definito dai loro autori comeEmpirico e creativo”.

 

Empirico perché le azioni musicali del terapista, sono continuamente calibrate sulla base dell’osservazione delle risposte del paziente.

 È creativo perché il terapista improvvisa un materiale musicale inteso COME terapia, perché la musica improvvisata in seduta cerca raggiunge e mantiene il contatto col paziente, perché crea una progressione di esperienze terapeutiche, sostenendo gli stadi dello sviluppo creativo del paziente.

 

La musicoterapia creativa è un approccio attivo piuttosto che ricettivo.

 

                                            L’improvvisazione non referenziale

 

Le improvvisazioni cliniche sono di norma non referenziali, in altre parole non fanno riferimento a nulla che sia al di fuori della musica stessa.

La musica che si crea in seduta è significativa per se stessa.

 

Il terapista deve essere capace d’improvvisare in maniera oggettiva, senza mettere troppo della sua personalità e dei suoi gusti. L’esecuzione non deve condizionare il paziente, bensì accoglierlo in un atmosfera quanto più neutra e rilassante possibile.

 

L’improvvisazione clinica deve poter offrire al paziente la possibilità di esprimere il suo stato emotivo e la sua personalità, poiché lo scopo è quello di stabilire una comunicazione, sviluppare una relazione tra il terapista e il paziente, avviare o ampliare un linguaggio musicale e far scomparire schemi comportamentali patologici.

 

Il terapista improvvisa empiricamente sulla base dell’osservazione dei feedback che riceve, quindi esplora e propone varie possibilità fornendo sostegno musicale ed emotivo. 

 

Questi cerca delle risposte per far sì che il soggetto resti attivamente coinvolto, e dato che lo scambio d’informazioni avviene musicalmente è importante il formarsi, in modo più o meno spontaneo di un vocabolario sonoro. Ovvero una serie di cellule ritmiche, melodiche ecc, in grado di dare familiarità e riconoscibilità al dialogo sonoro.

 È importante sottolineare come qui gli obiettivi clinici collimino con quelli musicali.

Le risposte possono essere di qualsiasi natura: ritmica, melodica, vocale ecc.

 

 

Nell’approccio N&R, sono state sviluppate numerose tecniche per “provocare” risposte musicali.

 

Il pianoforte e la voce sono i mezzi principali del terapeuta, per questo è essenziale un’ottima preparazione tecnica e destrezza improvvisativa.

 

La voce generalmente può essere usata quasi subito o comunque già dalle prime sedute, in quanto “strumento” in grado di richiamare al grembo materno. Altri fattori sono anche la sua facilità d’utilizzo, e il grande valore espressivo che questa possiede. Per ciò che riguarda gli strumenti che vengono dati al paziente, egli ha di solito a disposizione un tamburo e un piatto, oltre alla possibilità di usare appunto la voce.

 

Il protocollo standard prevederebbe l’intervento di due terapisti: un conduttore e un co-conduttore, ma nel tempo per motivi sia pratici che economici, si è preferito optare per un solo conduttore.

                                                         Il bambino musicale

N&R elaborarono il concetto secondo cui in ogni essere umano esiste un’innata capacità di risposta alla musica, e nella struttura di ogni persona c’è un “sé musicale” che chiamarono “bambino musicale”.

 

Il terapista in seduta può quindi stimolare e osservare le reazioni dell’innata musicalità insita in ogni paziente, per partire da queste doti al fine di creare nuove esperienze finalizzate alla creazione o consolidazione del nuovo “sé”.

Nuovo “sé” che dapprima lotterà, e poi alla fine del percorso terapeutico si integrerà armoniosamente col vecchio sé.

 

La M.T creativa, concependo la musica COME terapia, adotta il punto di vista secondo cui la dinamica evolutiva del bambino si sviluppa dall’interno, utilizzando le sue risorse interiori, piuttosto che essere modellate dall’esterno.

                                                          L'influenza di Steiner

Il concetto che N&R avevano sviluppato riguardo la natura della musica, naturalmente era strettamente legato all’aspetto terapeutico.I due vennero profondamente influenzati dalle teorie di Rudolf Steiner, specie nei primi anni di elaborazione del loro metodo.

 

Numerosi aspetti della M.T creativa possono essere messi in relazione con Steiner e il suo concetto di antroposofia, ovvero la cosiddetta “scienza dello spirito”.

 

Per N&R allora, le risposte musicali sono considerate lo specchio della condizione del soggetto, in tutte le sue forme: evolutive e patologiche.

 

 

Qui sotto il video di parte di una seduta, condotta proprio da Nordoff e Robbins:

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